Indipendentismo e alleanze elettorali. Parte I

Indipendentismo e alleanze elettorali. Parte I

NON SIAMO UN PARTITO

Come abbiamo annunciato nel maggio 2021 e come successivamente abbiamo confermato in tutti i comunicati e i documenti politici noi indipendentisti repubblicani che diamo vita e al coordinamento Torra – Bivat sa Terra ribadiamo che la nostra realtà non è e non si trasformerà in un nuovo partito o movimento e che, coerentemente con quanto promesso, non saremo presenti né alle prossime elezioni nazionali sarde né ad altre future consultazioni. In questo senso noi indipendentisti di Torra siamo totalmente estranei a qualsiasi tavolo di confronto pre-elettorale tra partiti e movimenti e a qualsiasi ipotesi di alleanza elettorale.

LEGITTIMITÀ E RISPETTO

Per noi tutte le soluzioni di alleanza e tutti i tavoli di confronto che l’indipendentismo vuole sperimentare sono legittimi. Per noi tutte le sigle indipendentiste meritano rispetto politico a patto che siano nonviolente ed antirazziste. Per noi tutti gli indipendentisti e le indipendentiste, attivisti o responsabili che siano, meritano rispetto umano. Anche perché, salvo rarissimi casi, gli indipendentisti hanno sempre e comunque dimostrato di operare per il bene e nell’interesse della nazione, a prescindere dal fatto che le loro strategie e loro tattiche fossero condivisibili o si siano rivelate più o meno improduttive o controproducenti.

QUANTITÀ E QUALITÀ

A tal proposito teniamo a chiarire che dal nostro punto di vista in politica non si possono e non si devono valutare le scelte politiche solamente in termini di quantità ma anche in termini di qualità. È capitato infatti che esperienze elettorali percentualmente deludenti abbiano costituito linfa vitale e lievito per la coscienza nazionale negli anni successivi così come, per contro, operazioni di alleanza roboanti che contavano sulla presenza di famosi profeti esterni e che hanno ottenuto risultati più soddisfacenti si siano rivelate un sonnifero e un freno a mano per l’indipendentismo.

Per noi è altresì importante che modalità e tempi dell’azione e della comunicazione indipendentista non si trasformino in danni d’immagine per l’intera area, non offrano il fianco a facili strumentalizzazioni e non si rivelino volani per critiche ampiamente prevedibili da parte delle forze italiane o unioniste.

A volte può far più danni un minestrone indipendentista rispetto ad un’alleanza apparentemente spregiudicata. Ha sicuramente fatto più danni un indipendentismo trasformato in non dipendentismo di quanti ne possa fare una strategia stramba e non prevedibile da parte di sinceri indipendentisti.

IL NOSTRO RUOLO

Noi nasciamo per metterci nuovamente – torra, appunto – a disposizione dell’indipendentismo e abbiamo scelto di farlo nel quadro del processo di dialogo denominato Est Ora, in collaborazione con iRS e ProgReS, le due forze che storicamente più si avvicinano alla nostra esperienza e alle nostre sensibilità politiche. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti della necessità di una riorganizzazione totale dell’indipendentismo, a partire dai territori, che consenta di rilanciare l’azione a sostegno di una mai sopita produzione di contenuti validi e all’avanguardia da parte delle forze politiche. In questo senso collaboriamo attivamente alle produzioni dell’aperiodico helis.blog e di Cartulàrios Republicanos, strumenti che valorizzano l’archivio delle proposte indipendentiste e veicolano le nuove iniziative.

IL NOSTRO SCOPO

Noi, lo abbiamo sempre scritto e detto, guardiamo verso un orizzonte di medio-lungo periodo, ben oltre i prossimi appuntamenti elettorali ai quali l’indipendentismo si presenta oggettivamente debole e senza il prezioso e imprescindibile lavoro preventivo di un tavolo di concertazione nazionale. Cioè un tavolo che non necessariamente produce alleanze elettorali o accordi politici tra le forze che vi partecipano ma che, attraverso il dialogo franco tra donne e uomini impegnati per il bene della nazione, assicuri a tutti una situazione in cui le scelte di una sigla non vengano vissute come un antagonismo rispetto alle altre ma semplicemente come un tentativo, previsto e coordinato, condivisibile o meno, di aprire una via verso la maggiore assunzione di fette di sovranità per il nostro popolo.

Con questo spirito e con questa predisposizione al dialogo abbiamo accolto con piacere e gratitudine gli inviti a intervenire da parte di varie sigle della nostra area, anche in sedi ufficiali come congressi e assemblee. Inviti che speriamo di poter ricambiare in occasione di momenti di incontro che promuoveremo in futuro.

ALLEANZE VARIE

LibeRU e il centrosinistra italiano

Non ci scandalizza la scelta di LibeRU di tentare la strada dell’interazione con le forze del centrosinistra italiano nonostante la storia recente, con l’esperienza di iRS, ci ha già insegnato che un piccolo partito indipendentista a fianco del pachiderma unionista e all’interno della macchina burocratica della RAS non ha molte speranze di poter realmente trovare spazi di manovra nonostante la buona volontà e la determinazione. Una scelta che non condividemmo e non condividiamo ma per la quale non ci stracciamo le vesti perché siamo certi che i candidati di LibeRU oggi, come quelli di iRS in passato, sono sicuramente e certamente indipendentisti tanto quanto noi. È comunque pensabile che un grande ipotetico partito indipendentista che raggiunge certi risultati possa optare per far pesare le sue posizioni all’interno dei governi.

Inoltre dal nostro punto di vista non saremmo scontenti se il PD sardo uscisse dal pluridecennale letargo fuori fase e fuori contesto e si assumesse quantomeno la responsabilità di essere il maggior partito del centrosinistra unionista di una nazione senza Stato. Basterebbe prendere spunto dal PSC catalano, dal PSE-EE basco o anche solo dal Parti Démocratique valdostano o dal Demokratische Partei del Sud Tirolo.

Il partito che manca nell’area

Saremmo altresì felici dell’esistenza di un grande partito di area indipendentista e pro autodeterminazione, moderato e di governo, che potesse svolgere in Sardegna il ruolo svolto, mutatis mutandis, dal PNV basco, da CiU o Esquerra in Catalogna o dall’SNP in Scozia. Una grande forza che può scegliere di volta in volta se stringere patti con gli unionisti o se farlo con gli altri indipendentisti. Un lavoro che non è e non sarà mai il nostro ma sicuramente utile per le sorti e l’autogoverno del nostro popolo.

iRS, ProgReS, Rossomori e la sinistra italiana

Non ci scandalizza neanche l’ipotesi elettorale dei nostri compagni di viaggio nel processo di dialogo Est Ora. iRS e ProgReS hanno intrapreso da molti mesi assieme a noi una battaglia sulla riforma della legge elettorale, democratzia.eu, per far sì che il sistema acquisisse un briciolo di democraticità e di rappresentatività, abbassando le soglie per le liste e le coalizioni e cambiando il sistema di ripartizione dei resti. A pochi mesi dalle elezioni, anche se ancora ci sarebbe il tempo sufficiente per farlo, i Consiglieri RAS che hanno dato disponibilità a votare una modifica della legge sono ancora troppo pochi. Anche alla luce di questo iRS e ProgReS hanno scelto di aprire un canale di dialogo con il partito dei Rossomori e con le forze della sinistra italiana che non partecipano al grande polo unico della spartizione del potere antisardo e della collaborazione con la speculazione sulle risorse naturali e umane della nostra nazione. iRS e ProgReS hanno ipotizzato dei temi comuni con queste forze, condivisibili nel merito, e hanno ottenuto da queste l’appoggio al diritto all’autodeterminazione del popolo sardo. Chi siamo noi per criticarli? È forse un danno che settori pur minimi della sinistra italiana in Sardgna inizino un lento e graduale percorso di avvicinamento all’indipendentismo? È qualcosa di naturale e di inevitabile, la storia della sinistra spagnola nei Paesi Baschi ci insegna che prima o poi i nodi vengono al pettine e chi lotta per i diritti sociali di un popolo non può evitare di riconoscere e battersi anche per quelli nazionali.

D’altronde anche noi di Torra nasciamo anche per allargare la base indipendentista e vantiamo tra i nostri sostenitori anche ex attivisti della sinistra italiana. Cosa di cui siamo orgogliosissimi, anche perché purtroppo le condizioni politico-culturali in Sardegna non consentono di nascere indipendentisti, se non in rari casi. 

Si potrà obiettare che un conto è attrarre all’interno dell’indipendentismo persone nuove con varie esperienze politiche pregresse e un altro conto è stringere alleanze con forze italiane. La differenza è effettivamente netta ma dobbiamo fare i conti con la realtà, con la legge elettorale e con il fatto che a volte da confronti imprevisti può scaturire qualcosa di inaspettato. Specialmente in una nazione come la nostra in cui il peso dell’indipendentismo è limitato e il livello di coscienza nazionale nella società è basso. È quindi certamente utile che forze politiche italiane concordino sul diritto all’autodeterminazione, sulla sovranità sulle risorse naturali, sul contrasto alla speculazione energetica, sulla dismissione e riconversione delle aree militari e sul superamento della subalternità della Sardegna rispetto allo Stato.

Altre operazioni elettorali

Quello che ci scandalizza, senza meravigliarci, è ben altro. Come gli spostamenti e i movimenti tattici di cariatidi che da decenni approfittano del momento elettorale per sanguisugare i temi indipendentisti. Come il rinnovato indipendentismo in occasione delle elezioni da parte di chi il potere l’ha toccato e lo tocca senza mai effettivamente conquistare nuove fette di sovranità. Come chi pensa addirittura di poter utilizzare impunemente il nome Est Ora del nostro processo di dialogo inaugurato nel 2021.

COSA FAREMO NOI: IMPEGNO

Possiamo affermare che il tentativo di iRS e ProgReS ci esalta? No, non possiamo. E siamo certi del fatto che anche loro non hanno preso alla leggera la decisione di tentare questa strada, vedremo se andrà in porto. Ma siamo certi del fatto che sia iRS che ProgReS continueranno nell’opera di portare all’attenzione pubblica le loro istanze e le loro proposte, il loro indipendentismo coerente e innovativo, sempre in anticipo sui tempi, con visioni e soluzioni alla cui elaborazione partecipiamo armonicamente anche noi.

Quello che possiamo fare noi di Torra è continuare a lavorare per la ristrutturazione del nostro indipendentismo. Sentiamo l’esigenza di una forza radicalmente indipendentista e repubblicana rinnovata.

Inoltre, ciò che specificamente possiamo fare è mantenere viva la concentrazione su quella che per noi è la vera urgenza dell’indipendentismo: ritrovare radicamento nei territori e dinamismo degli attivisti. In una visione, come detto, a medio-lungo periodo. Le elezioni passeranno in fretta e, al netto di tutto, a prescindere dai risultati dell’indipendentismo, il giorno dopo ci sarà comunque necessità di rimboccarsi le maniche e continuare a fare quel che noi di Torra stiamo già facendo da qualche tempo. Lavoriamo affinché l’indipendentismo ritrovi l’appoggio e la copertura sociale di cui ha bisogno per irradiare le proprie proposte.

Solo con la presenza e l’impegno si possono governare e influenzare le decisioni politiche dell’indipendentismo rendendole più sintonizzate con le proprie sensibilità. L’invito e l’appello che rivolgiamo a tutti gli indipendentisti che non sono già impegnati in partiti e movimenti è quello di farsi vivi, uscire come abbiamo fatto noi dall’inazione, mettere a disposizione della causa parte del proprio tempo, delle proprie risorse umane ed economiche, parte del loro cuore.

Torra – Bivat sa Terra
Cordinamentu Natzionale

Federico Coni
Edoardo Figus
Antonio G. Meloni
Franciscu Pala
Roberto Pintus
Gianluca Serrenti
Riccardo Zonedda

torrasardigna.org
02/08/2023